Come loro eravamo egoisti, egocentrici e impotenti di fronte a tutti i problemi quotidiani dell’ingiustizia, della sofferenza e della morte.
Era da dieci anni che ero pieno di teorie affascinanti, avevo fatto delle esperienze sensazionali, ma non avevo la risposta alle questioni esistenziali dell’uomo, come: perché esisto? da dove vengo? dove vado? che cosa c’è dopo la morte e perché esiste la sofferenza?
Ma cominciamo da principio. Mi chiamo Lazzaro, ho 37 anni e vivo a L’Aquila. Sono sposato, ho due figli, sono proprietario di una piccola impresa e sono un tecnico di telecomunicazioni.
A 16 anni, mi sono trasferito a Milano dal mio paese d’origine nella provincia di Salerno. Il cambiamento è stato drammatico, sia dal punto di vista dell’ambiente che da quello economico. Nella mia nuova residenza ho cominciato a frequentare delle persone che facevano uso di sostanze stupefacenti. Cominciai per curiosità, ma ben presto, l’uso di qualsiasi tipo di droga e questo diventò il mio modo di vivere. Ero affascinato, inoltre, da tutta la letteratura che metteva in risalto l’aspetto positivo dell’uso di droghe. I miei genitori non approvavano la mia condotta, per cui, a 18 anni, uscii di casa, e me ne andai a vivere con un gruppo di amici della mia stessa età, che avevano i miei stessi interessi: fare uso quotidiano di sostanze psichedeliche e scoprire, con una ricerca teorica e pratica, perché in varie culture l’uso della droga fosse sempre associato alla magia o alla religione.
Diventai vegetariano e poi passai all’alimentazione macrobiotica. Praticavo la meditazione trascendentale e ero diventato un fanatico seguace di un guru indiano che insegnava i tantra, cio é i tegnava i tantra, cioé i testi sacri degli Sakta, una delle sette principali dell’induismo, ai quali si attribuiva il valore di rivelazione divina. Mi interessava ogni tipo di informazione o di esperienza magica o mistica. Perfino il tipo di musica che ascoltavo aveva dei messaggi esoterici.
Agli inizi degli anni 80, sempre con lo stesso gruppo di amici, comprammo un casolare in Toscana, in una zona abitata da molte persone che avevano fatto la nostra stessa scelta di vita. In quell’ambiente, l’esperienza mistica fu molto intensificata, per cui ogni mia azione e ogni pensiero del mio essere era immerso in una dimensione mistica. Vivevo molte situazioni al di fuori della realtà. Spesso non riuscivo a distinguere se le mie esperienze fossero causate dalle droghe psichedeliche, dagli esercizi di meditazione, dall’azione di forze estranee a me o dalla mia fantasia.
Nonostante tutto, come ho detto prima, ero deluso. Però, non sapendo fare niente di meglio, continuai così fino all’86, quando ebbi occasione di conoscere, per mezzo di un’amica, delle persone che si definivano discepoli di Gesù. In varie occasioni ebbi con loro delle discussioni e uno di loro mi regalò un Nuovo Testamento. „Leggilo“ mi disse, „Dio si rivelerà per mezzo della sua Parola, se la leggerai con tutto il cuore“.
All’inizio fui riluttante. Ero cresciuto in un paese cattolico e conoscevo la storia della chiesa cattolica. Perciò rifiutavo l’idea che la Bibbia fosse la rivelazione di un Essere superiore. Dall’altra parte mi dissi: „Se c’è una sola possibilità su mille miliardi che la Bibbia contenga la verità, sarei l’uomo più stupido a respingerla solo per i miei pregiudizi“.
Incominciai a leggere il Nuovo Testamento, con il desiderio rivolto a un Essere superiore.
Era un po’ come se gli dicessi: „Se esisti, e se ti sei rivelato agli uomini attraverso la Bibbia, aiutami a capirlo“.
Già alla fine della lettura dei Vangeli, che sono la biografia di Gesù, ero totalmente convinto che tutto ciò che avevo letto era vero. Per esempio, mi colpiva il fatto che Gesù si era fatto conoscere, aveva detto da chi e da dove veniva, aveva dimostrato l’amore di Dio, aveva detto che cosa aveva fatto e che cosa avrebbe fatto in colui che lo riceveva. Questo era molto diverso da ciò che mi avevano insegnato sulla meditazione trascendentale, che doveva servire a svuotarmi completamente, per poter ricevere uno spirito-guida sconosciuto, buono o cattivo che fosse e che io non potevo scegliere.
Perciò mi colpiva che Gesù dicesse: „Io sono il buon Pastore“ e dichiarasse chiaramente chi era. Poi che affermasse: „Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me“ e si indicasse come la via che porta al Padre, cio`a Dio. Egli era anche molto restrittivo: „Chi è venuto prima di me è un ladro… Chi non è con me è contro di me“. Compresi che non bastava conoscere la verità, ma che bisognava anche prendere posizione. Dopo tre mesi di lettura e di riflessione sulla Bibbia, ero pronto a diventare un discepolo di Gesù.
Egli aspettava solamente la mia decisione, perciò con una preghiera lo invitai a diventare il mio Salvatore e Signore. Gesù doveva essere il mio Salvatore, perché ero perduto e colpevole davanti a Dio. Le pratiche e esperienze che avevo fatto non erano neutrali, ma erano contrarie alla volontà di Dio. Come me, anche tutti gli altri uomini sono colpevoli e saranno condannati giustamente da Dio, perché non lo hanno onorato con la loro vita. Anzi, lo hanno disonorato e ogni loro sforzo per migliorare non sarà mai sufficiente per meritare la salvezza. Solo chi accoglie Cristo e crede in Lui è salvato.
Ma Gesù deve essere anche il Signore, perché è il mio Creatore, sa molto bene come sono e cosa sia bene per me. Io devo sottomettermi a Lui. Ormai sono passati dieci anni e non mi sono mai pentito della decisione che ho presa. Egli ha cambiato la mia vita, dandole un vero senso. Ora so chi sono, perché esisto, che cosa è la morte e che cosa c’è dopo la morte. So perché esistono le ingiustizie, la sofferenza, l’egoismo e la malvagità. E so anche dove vado. Gesù ha promesso che ritornerà per prendermi e portarmi in una dimensione meravigliosa e eterna. E Lui mantiene sempre le sue promesse.