Mi chiamo Cristiano e ho 33 anni , prima di conoscere Gesù Cristo sapevo di essere un peccatore davanti a Dio, ma ciò non mi preoccupava perché ero convinto che tutti siamo peccatori davanti a Lui nessuno era meglio di me ma solo diverso: un po’ più buono o un po’ più cattivo. Non conoscevo il criterio di giudizio di Dio, ma credevo che chi si comportava in modo giusto e non oltrepassava certi limiti meritava il “paradiso” (naturalmente i limiti e i modi giusti di comportamento me li ero fissati, inconsciamente, in base alle mie esigenze). Mi impegnavo a essere più buono e meno cattivo senza rinunciare a ciò che volevo, anche se era sbagliato. Mi impegnavo ad impossessarmi di tutto quello di cui avevo bisogno, più riuscivo ad avere più ero soddisfatto e sereno, e più ero soddisfatto e più incentravo le forze su di me. Ero convinto che solo le mie forze potevano darmi tutto quello di cui avevo bisogno. Un giorno entrò al lavoro una persona che io reputavo molto religiosa (non sapendo cosa fosse un credente), discutevo spesso di Dio con lui, cercando di smontare tutte le sue convinzioni, ma rimanevo spesso in silenzio e pensieroso alle sue parole. Rifiutai sempre i suoi inviti in chiesa trovando qualsiasi scusa, finchè un giorno mi disse: “Ora io non faccio più nulla ci penserà il Signore a te.” Fra me e me dissi: “Se veramente esiste un dio non posso mentirGli perché sa già quale è la verità, e la verità è che ho tutto di quello di cui ho bisogno, tu non mi servi!” Dopo pochi mesi persi tutto quello che ero riuscito a prendere e su cui avevo concentrato le mie forze (la casa che avevo comprato, la fidanzata, l’attività sportiva). Capii che non potevo più dipendere dalle mie forze e dai miei sforzi perché i miei sforzi non potevano darmi la serenità e la sicurezza di cui avevo bisogno. Dovevo iniziare a ricostruire la mia vita ma avevo bisogno di altre fondamenta sulle quali costruire, mi ricordai le parole del mio collega di lavoro: “Solo in Dio trovo la mia forza.” Andai in chiesa per conoscere il mezzo per avere questa forza, mi diedero un vangelo ed incomincia e cercare. Rimasi da questo uomo di nome Gesù, nel suo carattere c’era qualcosa che invidiavo e nelle sue parole c’era qualcosa che mi riguardava. Ero convinto delle sue parole d’amore e volevo seguirlo come chiedeva lui, ma ero un po scettico perché parla spesso di fare la volontà del padre suo, e non conoscendo questo padre di cui parlava decisi, prima di affidarmi a Gesù, di conoscere suo padre (credendo che fossero due persone distinte) e cominciai a cercarlo nel vecchio testamento.
Capi che Dio non ha bisogno di noi, delle nostre bontà o delle nostre opere perché lui ha già tutto, e nonostante ciò ha sempre una mano tesa verso di noi per dimostrarci il suo amore. Come amava il suo popolo amava anche me per mezzo di Gesù. Ora, però, non sapevo cosa fare. Avevo capito chi è Gesù (il mio salvatore) e l’amore che provava per me e per tutte le persone (come un padre per suo figlio). Gli chiesi in preghiera cosa dovevo fare, la sua risposta fu: (Deuteronomio 30, 11-20). Capii che senza di Lui non andavo da nessuna parte, mi affidai totalmente a Lui chiedendogli di guidarmi nella nuova vita, non sapendo cosa sarebbe successo ma convinto che, anche in mezzo al deserto, avrebbe procurato il necessario per la nuova vita che mi ha donato. (Isaia 42, 16) Nella mia vita ora le preoccupazioni vengono solo quando il mio sguardo si devia da Gesù , perché so con certezza con chi sto e dove mi vuole portare. (Salmo 20, 7)