J.F.Laharpe, fedele discepolo di Voltaire (filosofo ateo famoso dell XVIII secolo), fu imprigionato durante la Rivoluzione Francese. Lì, nel buio della prigione, cercò consolazione in quella filosofia che il suo maestro gli aveva trasmesso, ma non ne trovò. Cadde in una profonda depressione e un altro prigioniero, vedutolo in questo stato, gli prestò la sua Bibbia affinché la leggesse. Laharpe, abituato alla lettura, l´aprì per distrarsi un po´ma, fin dalle prime righe, si accorse che era un libro speciale. Andò avanti nella lettura e, pieno di ammirazione per il Libro, esclamò: “Come è possibile? Non conoscevo questo Libro che è veramente un capolavoro! Contiene la risposta a tutte le domande che l´uomo può porsi . . . questo Libro non può che essere divino!“. Quando Laharpe uscì di prigione, era un cristiano. La dolcezza della Parola di Dio lo aveva conquistato nella sua notte più nera e colui che Voltaire aveva definito il “suo figlio spirituale“ divenne un figlio di Dio.